“E’ vivooooo!” direbbe furiosamente a tutti quei coccodrilli che oggi, tra breaking news, video e catene virali sui social network, piangono sinceramente la sua scomparsa, avvenuta a 83 anni dopo oltre quaranta di un’onoratissima carriera fatta di televisione, teatro, cinema e perfino letteratura (attraverso libri di memorie con i quali esorcizzava e combatteva proprio quell’Alzheimer che l’ha condotto alla fine).
Lui è stato l’uomo che ha toccato le vecchiette (in The Producers, folgorante esordio di Mel Brooks), un perfidamente caramelloso Willy Wonka per almeno tre generazioni, il Dottor Ross amante (letteralmente) delle pecore nel cult sessuale di Woody Allen (“Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* ma non avete mai osato chiedere”) e ovviamente quel Dottor Frankenstin protagonista di uno dei vertici comici della settima arte, “Frankenstein Junior”, pietra angolare di tutte le parodie cinematografiche a venire.
Gene Wilder (all’anagrafe Jerom Silberman), l’attore che ha siglato con Mel Brooks uno dei patti comici più micidiali della storia ( che annovera anche il mitico “Mezzogiorno e mezzo di fuoco”), che ha messo alla berlina il mito di Sherlock Holmes grazie all’invenzione del fratello “più furbo” Sigerson e ha firmato una delle commedie più garbate sul maschilismo sessual-edonistico degli anni ’80 (“La signora in rosso”), se n’è andato il 29 Agosto, lasciandoci il vuoto dell’ennesima scomparsa di un mito, tante battute e situazioni fulminanti e soprattutto un cuore colmo (ancora) di ilarità.
E se il destino di un attore comico (conosciuto fra l’altro come persona sensibile e dolce anche fuori dai set) è quello di farci ridere in vita e di far piangere, alla propria scomparsa, tra risate e ricordi delle stesse risate, allora non possiamo che salutarlo con quelle suscitate dal suo personaggio più emblematico.
Che in barba a tutti i coccodrilli, siamo certi che adesso starà veramente su una nuvola a ballare un comico tip-tap al ritmo di Puttin’ on the Ritz con la sua malriuscita ma divertentissima creatura…
Gene Wilder è morto? No, it’s Alive!..
Testo e disegno di Andrea Lupo